21 FEBBRAIO 2023
Oggi è una di quelle giornate in cui torno volentieri con la mente ai miei adorati anni Sessanta. Forse avrete già letto, in un altro post di questo blog, che per me sono una costante e ricca fonte di ispirazione. Per questo mi piace ripensare alle borse che fiorirono in quel periodo in una ricca e variegata produzione. E' estremamente piacevole attingere a quei momenti, alla frenesia creativa, all’estro che prendeva vita, non trovate?
Del resto, siamo negli anni della Dolce Vita e del boom economico, quando i dolori, le sofferenze e le macerie della guerra erano finalmente lontani e ovunque si celebrava la rinascita, un tema a me molto caro.
A partire dal secondo dopoguerra la borsa raggiunge una notorietà e una fama mai viste prima. Moda e accessori vanno finalmente a braccetto, specie per le occasioni di vita mondana che si moltiplicano. E che cosa darei per parteciparvi!
Le dive del cinema sono le nuove icone di stile, basti pensare ad attrici straordinarie come Grace Kelly e Audrey Hepburn, giusto per citarne un paio. Da quel momento in poi il destino della borsa cambierà per sempre, guadagnando una ribalta che non perderanno mai più. Non solo un oggetto definito per la sua utilità di trasportare cose, ma un vero e proprio status symbol per i materiali utilizzati, le forme, i colori, gli abbinamenti.
In quel periodo si moltiplicano le proposte e le novità , pensate per diverse occasioni. Dalle borse rigide, che al loro interno avevano comodissimi soffietti, alle cartelle pratiche per la scuola o l’università , con tante tasche, senza dimenticare le borse a secchiello per andare al mare!
Dalla plastica alla pelle, dalla paglia agli strass, una ricchezza di materiali, di forme, di tessuti mai vista prima. Perché è da quel punto in avanti che la borsa diventa non solo un accessorio indispensabile, senza il quale non uscire mai di casa, ma anche in un certo senso una carta d’identità , un elemento capace di rivelare la personalità e lo stato d’animo di chi la indossa.
Finalmente le donne iniziano ad uscire sempre più di casa, per studiare, andare al lavoro o andare a ballare di sera.
A questo proposito, mi viene in mente una bellissima foto di mia zia, che a metà degli anni Sessanta aveva iniziato a lavorare come impiegata stenografa. Nella foto è insieme a due colleghe nel foyer di un teatro per assistere ad uno spettacolo della stagione.
Stretta in un delizioso cappotto monopetto, indossava un paio di décolleté nere e una borsa a bauletto rigida, anch’essa dello stesso colore. La fibbia era dorata come i bottoni del cappotto perché la regola d’oro era che tutto fosse rigorosamente coordinato e abbinato.
Nessun dettaglio doveva sfuggire. Il taglio dei capelli, inutile dirlo, ricalcava il celebre caschetto di Caterina Caselli.
Un mix di raffinatezza, buon gusto e semplicità : tutto ciò che mi ha guidato finora e mi ha portato fin qui, da voi.
FIRST, CHOOSE YOURSELF
Madame Bastienne
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